Le camicie si stirano, le scarpe si trattano, i pantaloni si ripongono in ordine all’interno dell’armadio: e con le cravatte come si fa? Questo accessorio viene annodato così tante volte nell’arco di una settimana che non può che subire una sollecitazione costante.
Se la cravatta in seta non subisce alcun difetto se viene annodata con un Windsor o un Four-in-Hand una volta all’anno, in tutti gli altri casi bisogna aver cura della propria cravatta per evitare che si rovini velocemente. Un trattamento costante aumenta perciò la durata della vita della cravatta: la prima cosa da fare è togliere il nodo dopo ogni utilizzo allentando la cravatta e togliendola dalla testa. Solo in un secondo momento è giusto aprirla completamente e lasciarla distesa per qualche ora.
Per stirare le cravatte strette o quelle larghe è utile mettere un fazzoletto di cotone o di lino tra il ferro e il tessuto ed evitare di passare sugli angoli acuti, trattando i punti di piegatura solo con il vapore. Le cravatte vanno riposte appese o riposte in piano sulle apposite grucce. L’importante è non lasciarle troppo addosso l’una all’altra ed evitare di piegarle.
Ecco dunque una serie di consigli pratici che, pur nella loro semplicità, potranno fare la differenza tra una cravatta da dismettere dopo qualche tempo, e una invece in grado di mantenersi bella per tanti anni. Innanzitutto, per quanto riguarda il nodo, si ricorda di:
- Non stringere eccessivamente il nodo della cravatta, per evitare la formazione delle pieghe
- Sciogliere il nodo dopo ogni utilizzo: mai riporre nell’armadio cravatte già annodate
Ora che il nodo è stato sciolto, ecco gli errori da evitare:
- Mai appendere le cravatta in seta a cordini o grucce per lunghi periodi di tempo, poiché si potrebbero formare delle grinze in corrispondenza della piega
- La stessa raccomandazione vale per le cravatte in maglia che, quando appese, tendono ad allentarsi perdendo la loro forma