Mens sana in corpore sano. In una vita ormai sempre più vissuta davanti ad un pc lo sport comunque ancora resiste e rimane il passatempo preferito degli italiani.
C’è chi preferisce la palestra, chi il podismo e chi la bicicletta, ma è il calcetto a rimanere per i maschietti ancora il modo preferito per staccare la spina correndo dietro ad un pallone.
In una città caotica come Roma poi l’uscire dal lavoro e vedersi con gli amici nel piccolo campo sintetico è un momento che va al di là dello sport, ma è più un’occasione per stare assieme e magari per farsi una pizza e una birra una volta terminato.
Ma spesso il vero problema è arrivare a trovare 10 persone per giocare, così ecco che rubriche e contatti social vengono setacciati alla ricerca di chi possa venire a giocare, con il risultato di ritrovarsi così in campo con personaggi più o meno simpatici.
L’improvvisato
Probabilmente non giocava a calcio dall’età di quattordici anni e non lo faceva neanche bene. Si presenta solitamente con la tuta lunga e si defila sulla fascia cercando di fare meno danni possibile. L’improvvisato comunque, conscio dei suoi limiti, non fa mancare mai l’impegno e almeno sul piano della generosità non gli si può imputar nulla.
Il preciso
Un po’ il contrario dell’improvvisato, scendendo in campo con un completino per la corretta sudorazione perfettamente in tinta e stirato. Solitamente si posiziona a fare l’ultimo uomo dirigendo la squadra con continui suggerimenti ed indicazione su cosa fare sulla palla tra i piedi. Persona tranquilla e che fa da paciere se gli animi si surriscaldano, ma a volte può risultare un po’ pesante.
Il fighetto
Si presenta al campo con una delle macchine scelta dal suo parco auto che ha fatto la fortuna dei rivenditori Audi Roma. Gel, orecchino e maglia originale di qualche fuoriclasse, spesso Totti se il cuore è giallorosso. Lui naturalmente è un attaccante anzi, il finalizzatore, così raramente lo vedi attraversare la metà campo per tornare in difesa se non per battere dal centro. Spesso dotato di una discreta tecnica risulta però irritante quando il risultato si fa sfavorevole e lui si ostina con il suo gioco di fioretto.
Il ragazzino
Spesso un nipote o un figlio, chiamato per arrivare a dieci persone che negli spogliatoi se ne sta tutto silenzioso in disparte e per conto suo. Di poche parole però una volto in campo fa valere la sua freschezza e la sua bravura, facendo spesso la differenza ai fini del risultato.
L’appesantito
Perennemente alle prese con piccole noie muscolari e con un passato da buon calciatore, questa tipologia di giocatore è il vero punto interrogativo di ogni partita. Centravanti boa o libero fisso fa valere la propria tecnica dispensando passaggi e giocate praticamente quasi da fermo, unica pecca è però, con il passare dei minuti, la lucidità che viene meno con il risultato di decine di tiri provati dalla distanza appena arriva la palla tra i piedi.