Il BITCOIN DAL 2009 AD OGGI
Le caratteristiche che inizialmente colpiscono qualche visionario investitore e alcuni frequentatori dell’ “internet parallelo” sono fino ad allora essenzialmente 2: L’ANONIMATO, che rende le transazioni difficilissime da individuare, e la DECENTRALIZZAZIONE. BITCOIN infatti non dipende da alcuna Banca Centrale, ma viene coniato da una comunità di “miners” indipendenti. Man mano che il BITCOIN inizia da essere accettato come mezzo di pagamento, il valore si impenna: nel 2013 vale già 500 dollari.
Dopo un biennio di transizione, il 2016 è definito “la primavera del BITCOIN“, ma non lascia nemmeno intravedere il boom che si verificherà l’anno successivo. Nel 2017, partendo da un valore vicino ai 1.000 dollari, la criptovaluta prima raddoppia il proprio valore, poi supera quota 10.000 $, infine pochi giorni fa, precisamente il 16 dicembre, tocca il suo apice a quota 19345 $, facendo prevedere uno sfondamento delle resistenze a quota 20.000 $ prima di Natale.La vera identità del fondatore di BITCOIN è rimasta a lungo sconosciuta, nascosta dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Solo nel 2016 l’informatico ed imprenditore australiano Creigh Steve Wright è uscito allo scoperto, sostenendo di essere il tanto ricercato inventore di BITCOIN. Tuttavia sia la sua rivelazione sia il suo inserimento nel dibattito tra puristi e riformatori della criptovaluta, ha lasciato uno strascico di dubbi e perplessità.
Il boom del Bitcoin
Quali sono le motivazioni essenziali per un tale salto di qualità che ha portato BITCOIN ad apprezzare il suo valore di 20 volte in 12 mesi? Qui entra in gioco un’altra caratteristica intrinseca che era stata trascurata nella fase iniziale. BITCOIN ha una limitazione matematica nel numero di emissioni, dunque in meno di tre decadi potrebbero essere generate tutte le monete. Ciò mette BITCOIN a riparo dai meccanismi inflattivi che affliggono le monete nazionali tanto quanto dalla volontà di un’autorità centrale di iniziare una fase di emissione senza controllo, e anzi genera un meccanismo deflattivo dovuto al classico principio di diretta proporzionalità tra la scarsità di un bene ed il suo valore.
Altro aspetto tutt’altro che secondario è che nell’ultimo lustro l’uso di BITCOIN è stato legalizzato in quasi tutti i più importanti paesi del mondo: Stati Uniti, Canada, Europa Occidentale, Brasile, Argentina, Turchia, Iran, Giappone, Sud Corea, Australia, Indonesia. Anche il numero delle transizioni in moneta cinese sta crescendo a livello esponenziale.
Come se non bastasse, la liquidità del mercato di scambio del BITCOIN ha assunto proporzioni impensabili, dando a qualsiasi investitore la certezza di poter comprare o disfarsi della moneta in qualsiasi momento senza particolari difficoltà. Attualmente il BITCOIN è ampiamente scambiato tramite le piattaforme di exchange trading, con lo strumento finanziario dei CFD, e recentemente ha debuttato anche nel mondo dei future. Chiaramente, queste evoluzioni sono fonti di perplessità per un mercato altamente volatile e speculativo, che espone BITCOIN ai rischi di bolle finanziarie tipiche dei prodotti finanziari derivati. Queste preoccupazioni finora sono state tacitate dalle performance di crescita della criptovaluta, che ad ogni sospetto di imminente caduta ha risposto battendo record su record, ed esponendo ad alte perdite per chi ha “venduto allo scoperto” scommettendo su un ribasso.
Infine ricordiamo che Il BITCOIN è divisibile fino a 8 frazioni decimali. Una particolarità interessante per chi decidesse di investire adesso, e non avesse un capitale iniziale sufficiente ad acquistare un singolo BITCOIN (servono circa 14.000 $)
Assistiamo ad una vera e propria corsa ad inserirsi nel business del BITCOIN. Negli ultimi giorni, da quando è scoppiata la febbre BITCOIN sul web e anche alcuni telegiornali nazionali hanno iniziato a parlare insistentemente della criptovaluta, molti degli exchange sono andati in tilt per l’eccesso di richiesta ed i tentativi di attacco di hacker. Alcune banche d’affari stanno costituendo dei desk di trading ad hoc per le criptovalute, mentre le piattaforme già da tempo specializzate nelle valute digitali cercano continuamente nuovo personale da assumere.
SICUREZZA
La sicurezza è uno dei maggiori punti di forza del BITCOIN. Il suo meccanismo infatti ha mostrato un sorprendente affidabilità nel corso degli anni. Il sistema si basa su una rete informatica “peer to peer” ed è regolata da complessi meccanismi matematici. Inoltre sia la transaction chain (controllo delle transazioni) che la blockchain, condivise da tutti i computer della rete BITCOIN, garantiscono la sicurezza.
QUALI PROSPETTIVE
Alcuni analisti hanno ipotizzato un BITCOIN a oltre 100.000 dollari nel giro di pochi anni. Seguendo i ritmi attuali di crescita, tutto è possibile, certo è che proprio nei giorni precedenti alla scrittura di questo articolo (18 – 22 dicembre) il BITCOIN ha risentito di uno dei più grandi crolli della sua storia, passando da 19.000 dollari a 14.000. Dunque il monitoraggio del mercato resta uno strumento fondamentale ed inderogabile. Abbiamo già trattato il meccanismo di decentralizzazione e le sue conseguenze (positive) sul valore della moneta anche se molti investitori stanno cambiando valuta ed ad esempio desiderano acquistare IOTA in modo sicuro. Gli altri tre fattori che in questo momento sembrano rappresentare una certezza sono:
1) L’utilizzo del BITCOIN come bene rifugio, in sostituzione di beni rifugio classici (il BITCOIN ha da tempo eclissato il valore dell’oncia d’oro)
2) Lo status legale di BITCOIN che sta progressivamente migliorando. Infatti anche in quei paesi in cui lo status è in “via di transizione”, si veleggia verso una piena legalizzazione. L’anno in cui la criptovaluta sarà legalmente utilizzabile in tutte le nazioni non sembra poi così lontano
3) Il vantaggio di cui il BITCOIN dispone sulle altre criptovalute emergenti, un vantaggio siderale in termini di valore, ma comunque non trascurabile dal punto di vista dell’affidabilità e della liquidità sul mercato.