Stampa 3D e sostenibilità, l’innovazione in scena al MECSPE



Va in archivio un’altra grande edizione del MECSPE, la fiera internazionale del settore manifatturiero che opera nel nostro paese. Ben duemila erano gli espositori sparsi tra i padiglioni di Bologna fiere, lo spazio che ha ospitato l’evento. Tutti contenti a eventi concluso e riuscito, l’appuntamento è rimandato all’anno prossimo con un doppio appuntamento, prima a Bologna a fine marzo e poi a Bari in novembre.

Come anche negli anni passati uno dei temi centrali dell’evento è stato la sostenibilità dei processi di produzione, un aspetto su cui il la tecnologia ha fatto registrare un’accelerazione decisa. Grande protagonista in tal senso si è rivelata la stampa 3D che, come si può evincere dalla stessa definizione di “produzione additiva”, ha in sé le caratteristiche per dimostrarsi una tecnologia vicina agli orizzonti green.

La produzione additiva

Innanzitutto il principio fondamentale di ogni stampante 3D è quello di andare a costituire l’oggetto lavorando strato su strato. Una volta che si sono formati i vari layer si ottiene l’oggetto finale e tutto il materiale in eccesso può essere riutilizzato. Quindi l’addizione di materiale è già più sostenibile rispetto a tutte quelle tecnologie che lavorano per sottrazione, cioè togliendo materiale da un pezzo più grande, materiale che solitamente viene trattato come scarto.

A dimostrazione di ciò già nel 2013 veniva pubblicata una ricerca della Michigan University che dimostrava come le emissioni delle stampanti dell’epoca fossero significativamente inferiori rispetto alle produzioni tradizionali. Parliamo di riduzione nell’ordine del 50%, e di tecnologie che nel frattempo sono enormemente migliorate anche sotto quel punto di vista.

https://www.instagram.com/mecspe/

Per riuscire a capire il reale potenziale in termini di sostenibilità della stampa 3D bisogna però considerare non solo il consumo del macchinario, ma tutta la filiera produttiva che si configura. In teoria la filiera di un oggetto stampato è cortissima: non c’è estrazione e trasporto del materia, non ci sono svariati passaggi di produzione, tutto avviene in un unico flusso. L’oggetto finito al massimo dev’essere spedito a chi ne ha fatto richiesta, quando non si tratta di prodotti creati per essere utilizzati negli stabilimenti stessi in cui sono stati generati.

Vantaggi green della stampa 3D

Un altro aspetto, probabilmente meno appariscente, riguarda la possibilità di riparare (o sostituire) le parti danneggiate di un prodotto in modo più semplice. Basta stampare il pezzo necessario, e questo vale anche per la riparazione di oggetti non stampati in 3D. Questo è uno dei diversi aspetti che rende questa tecnologia perfettamente adattabile alle necessità di diversi settori di applicazione.   Peraltro già oggi sono diffusamente disponibili sul mercato materiali biodegradabili che rendono gli oggetti realizzati 100% green. Parliamo in particolar modo del PLA, un polimero plastico molto resistente che però è biodegradabile, quindi una volta esauritone l’utilizzo non lascerà tracce di se nell’ambiente. Inoltre cominciano a diventare sempre più diffuse le macchine in grado di riutilizzare le plastiche già lavorate, magari di prototipi andati male.
                                                                           

Un altro vantaggio non trascurabile è rappresentato dal fatto che la produzione additiva abbatte la necessità di stoccaggio della materia prima. Sostanzialmente quello che serve può essere prodotto al momento. Un sistema on demand, insomma, che risponde alla necessità del momento e non necessità di una previsione inventariale.

Non è difficile capire, partendo da quanto si è detto finora, quali siano i motivi della grande attenzione che l’additive manifacturing sta ricevendo dal grande pubblico, e soprattutto in eventi fieristici importanti come il MECSPE. È una tecnologia conveniente, efficiente, e abbraccia un futuro più sostenibile per il nostro pianeta. In più questi 3 elementi si fondono nell’aspetto forse più importante della stampa 3D, ovvero la possibilità di realizzare dei design che per limiti tecnici finora non era possibile realizzare. Ciò si ripercuote anche sulla sostenibilità considerato che i pezzi prodotti, previa una progettazione accorta, possono essere più efficienti, usare meno materia prima, aver bisogno di meno tempo per essere ultimati. Risparmio insomma, su tutta la linea, questo è il mantra di una tecnologia che si propone di far bene all’ambiente.