I raccordi in ghisa: utilità, tipologie e materiali



Nell’ambito dell’idraulica vengono adoperati ogni giorno numerosi tipi di strumenti, ognuno dei quali ha una sua specifica funzione e non può essere sostituito con altri, in quanto non si otterrebbe lo stesso risultato. Tra di essi ce n’è uno, che probabilmente conosceremo tutti, perché è sicuramente presente nelle nostre case e nella maggior parte dei casi è visibile all’esterno, parliamo del raccordo.

Questo oggetto ha lo scopo di coadiuvare il flusso dell’acqua tra più tubi e pertanto svolge una funzione molto importante nel suo ambito. Essendo uno strumento che entra continuamente a contatto con l’acqua e altre sostanze in essa presenti è necessario che venga realizzato con dei materiali particolarmente resistenti, come appunto la ghisa.
Nei sistemi idraulici questo tipo di sostanza è senza dubbio una tra le più utilizzate grazie alle sue preziose caratteristiche.
La ghisa che viene adoperata per realizzare i raccordi può essere di diversi tipi, a seconda della maggiore o minore resistenza al deterioramento dovuto al passaggio dell’acqua e alla sua capacità meccanica idonea a svolgere la sua attività nel migliore dei modi.

La ghisa malleabile è tra le più diffuse, questo grazie alla bassa percentuale di silicio che permette di poterla modificare in modo da ottenere varie tipologie di forme, tutte utili a seconda del caso a gestire meglio la diffusione dell’acqua nelle varie direzioni in corrispondenza delle tubature idrauliche.
Esistono quindi raccordi in ghisa malleabile a gomito, a curva, a manicotto, a tappo, a bocchettone, o a nippli, secondo la loro struttura.
Un altro tipo di ghisa è quella grigia. Essa rappresenta quella con grafite lamellare e presenta delle caratteristiche molto particolari come la colabilità.
Quella sferoidale invece viene anche definita quella con ferro duttile e per questo risulta essere molto resistente e allo stesso tempo lavorabile come la ghisa grigia.
La ghisa bianca è molto resistente all’usura e alla corrosione e si caratterizza per contenere i carburi anziché la grafite, il che la rende più fragile e più complicata da lavorare.
Come abbiamo già specificato, il suo impiego nell’idraulica comporta la necessità di utilizzo di un materiale che sia fortemente resistente all’usura, a causa del contatto diretto con l’acqua e di tutti gli altri elementi che essa porta con sé.

Questo tipo di caratteristica è possibile ottenerla con la ghisa, innanzitutto per l’elevata presenza di carbonio al suo interno, poi con l’aggiunta di alcuni specifici elementi leganti come il cromo, il nichel e il molibdeno, i quali permettono di ricavare un materiale davvero resistente al deterioramento e unico nel suo genere.
La ghisa viene impiegata soprattutto nella produzione dell’acciaio, attraverso un procedimento di decarburazione in convertitori dove viene insufflata l’aria.
Essa è senza dubbio più resistente e dura rispetto all’acciaio dolce. Inoltre, grazie alla sua fluidità può essere lavorata senza forgiatura, come invece avviene per l’acciaio.
L’impiego nel settore idraulico è giustificato dalla capacità di colatura della ghisa senza soffiature. Questa compattezza garantisce l’efficienza nel suo utilizzo.
Le sue numerose caratteristiche, oltre all’economicità della sua produzione, rendono la ghisa perfetta per essere utilizzata nei più svariati ambiti, non solo in quello idraulico